Il Tartufo

I tartufi hanno corpo fruttifero ipogeo, ovvero sotterraneo, e crescono spontaneamente nel terreno accanto alle radici di alcuni alberi o arbusti, in particolare querce. Comunemente per tartufo si intende il solo corpo fruttifero ipogeo che viene individuato con l'aiuto di cani e raccolto a mano. Il tartufo è un alimento estremamente pregiato e ricercato, molto costoso. Il tipico profumo penetrante e persistente si sviluppa solo a maturazione avvenuta e ha lo scopo di attirare gli animali selvatici (maiale, cinghiale, tasso, ghiro, volpe), nonostante la copertura di terra, per spargere le spore contenute e perpetuare la specie.

LA STORIA

L’origine della parola tartufo fu per molto tempo dibattuta dai linguisti, che dopo secoli d’incertezze giunsero alla conclusione, ritenuta probabile ma non definitiva, che tartufo derivasse daterritùfru, volgarizzazione del tardo latino terrae tufer (escrescenza della terra), dove tufer sarebbe usato al posto di tuber.
Le prime notizie certe sul tartufo compaiono nella Naturalis Historia, di Plinio il Vecchio. Nel I secolo d.C., grazie al filosofo greco Plutarco di Cheronea, si tramandò l'idea che il prezioso fungo nascesse dall'azione combinata dell'acqua, del calore e dei fulmini. Da qui trassero ispirazione vari poeti; uno di questi, Giovenale, spiegò che l'origine del prezioso fungo, a quell'epoca chiamato "tuber terrae", si deve ad un fulmine scagliato da Giove in prossimità di una quercia (albero ritenuto sacro al padre degli dèi). Poiché Giove era anche famoso per la sua prodigiosa attività sessuale, al tartufo da sempre si sono attribuite qualità afrodisiache. la scienza che studia i tartufi si chiama idnologia e deriva dal greco ydnon.

Il tartufo molisano

È poco noto che in questa regione d'Italia (Molise) già dagli anni settanta esistono tantissimi cavatori di tartufo e alcune zone della regione, soprattutto l'Alto Molise, sono vocate a tale fungo, sia bianco sia nero. Il tartufo molisano, e in particolare quello bianco, più pregiato del nero, si stima infatti che contribuisca alla produzione nazionale con una quota di mercato del 40%. L’Amministrazione Provincia di Isernia si è fatta promotrice della costituzione del”Consorzio per la Valorizzazione del Tartufo Molisano”, che attualmente coinvolge in qualità di soci 25 Comuni della Provincia di Isernia, con lo scopo d’intraprendere iniziative che tutelino e nel contempo valorizzino il tartufo. Ad agosto a San Pietro Avellana si tiene l'annuale Fiera provinciale del tartufo, difatti San Pietro Avellana fa parte delle 20 città Nazionali del Tartufo. A dicembre a Frosolone la fiera “Tartufi & Molise”, mostra-mercato del tartufo bianco pregiato (Tuber magnatum Pico). Il territorio è ricco soprattutto di Tuber aestivum (scorzone), Tuber Borchii (bianchetto), Tuber Brumale e Moscatum e del prezioso Tuber magnatum Pico, del quale, appunto, il Molise è il maggior produttore.